Ospite: Dott. Mauro ANASTASI
Serata all’insegna della gastronomia africana e del pensiero orientale quella di ieri sera. Mohammed, gestore del Delfino Verde, ci ha servito un eccellente antipasto seguito da un couscous marocchino. Il dott. Mauro Anastasi, invece, ci ha intrattenuti su un tema, il Buddhismo, che è sempre più di attualità e che incuriosisce la gente anche perché molti personaggi del mondo dello spettacolo, come Richard Gere, o dello sport, come Roberto Baggio, hanno abbracciato e fatto conoscere questo pensiero che, forse impropriamente, possiamo definire filosofico-religioso.
“L’umanesimo Buddhista nell’insegnamento di Nichiren”: questo è il titolo impegnativo proposto dal dott. Mauro Anastasi.
Mauro Anastasi si è convertito al buddismo nel 1981, è entrato a far parte della associazione italiana affiliata alla Soka Gakkai Internazionale offrendo il proprio contributo alla diffusione dell’insegnamento di Nichiren, monaco vissuto in Giappone nel XIII sec., fino alla costituzione dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai (I.B.I.S.G.), ente religioso riconosciuto con decreto del Presidente della Repubblica del 20 novembre 2000 che conta oggi circa 50.000 membri.
Attualmente è responsabile regionale e membro della Consulta Nazionale dell’I.B.I.S.G.
La prima domanda alla quale il relatore risponde è: cos’è il Buddhismo e a cosa credono i buddhisti?
Il Buddhismo nasce in India intorno al VI° sec. A.C. e si diffonde come tradizione orale successivamente in Cina, accanto al Confucianesimo e al Taoismo, in Giappone, in Tibet e altri paesi dell’Estremo Oriente. Proprio in quello stesso periodo nascono e si diffondono i pensieri di Confucio, Socrate, Isaia. In temi più recenti e grazie anche alla globalizzazione, questa dottrina viene diffusa in Occidente.
Tutto ebbe inizio quando Buddha, figlio di un re, meditando sotto un albero, ebbe la visione di un cadavere, poi di un anziano, poi di un ammalato. Le stagioni della vita. Siddharta, il Buddha Śākyamuni, ne predica la dottrina per la quale la vita è essenzialmente sofferenza. La strada per sospendere questa condizione di insoddisfazione è la pratica del distacco dalle cose del mondo materiale. Se vivere è desiderare, e il desiderio causa dolore, bisogna smettere di volere e bramare per smettere di soffrire. Cioè praticare il distacco ascetico dalla realtà materiale, per trovare la pace dei sensi. Per i Buddhisti tutto è permeato di spirito, e la meditazione consente di diventare una sola cosa con la realtà dell’intero universo. L’uomo è il risultato delle interazioni con il mondo che lo circonda sia esso umano, materiale o spirituale. Ogni attimo della vita è irrepetibile. Tutto è concatenato come causa=effetto. Un foglio di carta è il risultato di seme, di una pianta, di un albero, di un tronco macinato, trasformato, poi scritto, buttato, riciclato, ecc. lo tiene unito il ciclo di vita in continuo divenire.
Referenti filosofici del Buddhismo sono, in epoche successive, l’umanesimo di Socrate e di S. Agostino, per i quali la verità risiede nel cuore dell’uomo; Schopenhauer, che predica la necessità del distacco dal bisogno e del superamento dei desideri che animano la volontà, proponendo un ideale di vita ascetico; Cartesio, che pratica il dubbio metodico e invita l’uomo a fidarsi solo ed esclusivamente di ciò in cui crede per sola, provata esperienza.
Insomma, il Buddhismo è vicino anche all’illuminismo ateo e allo scientismo. Einstein affermò che questo pensiero filosofico che non nega, anzi afferma, il materialismo, è quello più vicino allo sviluppo delle scienze.
Il Buddhismo, in quanto atteggiamento filosofico, può definirsi antimetafisico, perché contiene continui richiami all’esperienza concreta di vita degli uomini, rifiutando sistemi onnicomprensivi ed autoesplicativi del reale.
Il Buddhismo Nichiren, sul quale il relatore si sofferma, è l'insieme di scuole buddhista giapponese che fanno riferimento alla figura e agli insegnamenti del monaco buddhista Nichiren, vissuto in Giappone nel XIII sec. Il Nuovo Umanesimo di Nichiren, che ha iniziato ad essere predicato solo pochi decenni fa dal monaco Silo, può essere preso come proposta per fronteggiare la crisi globale di valori e di riferimenti che investe l’universo degli uomini. Qui ci si riferisce all'idea di compassione verso la sofferenza di tutti gli esseri ed all’atto morale che si sintetizza nella frase: "Tratta gli altri come vorresti essere trattato".
Ma qual è il contributo che può apportare il Movimento Umanista alla costruzione della nazione umana universale? Perché Movimento Umanista, perché Nuovo Umanesimo? Per noi, l’umanesimo che appare con forza in Europa in epoca rinascimentale e che pone al centro di tutto l’essere umano e la sua dignità, non è un fatto esclusivamente europeo. Esso era già presente in altre culture. Certo, veniva chiamato in altro modo, dato che altri erano i parametri culturali di riferimento, ma non di meno esso era implicito sotto forma di “atteggiamento” e di “prospettiva” di fronte alla vita.
Infine, il relatore ha concluso facendo un parallelo tra il pensiero buddhista e la prova delle quattro domande del Rotary e ha scoperto che tra i due c’è piena convergenza di significato etico. Chi l’avrebbe detto?
Al termine dell’applaudita relazione – che lo scrivente non pretende di essere riuscito a sintetizzare esaurientemente – diversi sono stati gli interventi dei convenuti. In particolare, il dott. Anastasi ha chiarito come, in termini pratici, si pratica e si coltiva questa religione o filosofia di vita che raccoglie sempre più ampi consensi anche in Occidente.
Infine, il Presidente, ringrazia il dott. Anastasi e la sua gentile signora Elisabetta e consegna in omaggio il volume della “Sedia di Chiavari” e il classico gagliardetto del Cub.
Roberto Napolitano