Conviviale del 10 febbraio 2012
Hotel Nettuno - Sestri Levante
In
presenza di un gruppo di soci, inaspettatamente numeroso per essere stata,
quella del 10, una serata ventosa e gelida come non si ricordava da decenni e
che non avrebbe indotto nessuno a mettere il naso fuori di casa, si è svolta a
Sestri Levante la serata statutaria del nostro club con l’attesa conferenza del
prof. Marco A. Villamira. Unico ospite (di Napolitano) l’ing. Maurizio Bedina.
La
scelta del Ristorante Nettuno, in sostituzione temporanea del Monte Rosa,
chiuso sino a fine febbraio, rappresentava un esperimento. Per la qualità e
raffinatezza culinaria e l’eleganza dell’ambiente, il test è stato
brillantemente superato. Non altrettanto si può dire, purtroppo, per la
predisposizione dell’audio. I microfoni e altoparlanti erano totalmente assenti
nel salone, tanto che la conferenza ha dovuto essere svolta a viva voce. Anche
il previsto collegamento internet è venuto a mancare.
In assenza del
Presidente Mario Cappetti, ha svolto la sua funzione l’incoming Fabio Nardi
mentre a presentare il relatore ci ha pensato Roberto Napolitano.
Prof. Marco Alessandro Villamira, MD PhD, medico, chirurgo, specialista
in Psicologia Clinica e Anestesiologia e Rianimazione, psicoterapeuta,
Professore Ordinario di Psicologia Generale presso le Università di Genova
e di Milano.Lunga attività di ricerca e didattica presso Università ed Enti di
ricerca stranieri: Germania, Russia, Regno Unito, USA, Canada. Aree di ricerca:
neuropsicologia, psicofisiologia, psicologia della pomunicazione, psicoterapia.
Più di 100 sono le sue pubblicazioni scientifiche e una decina di volumi
monografici.
Il
prof. Villamira ha esordito facendo una breve sintesi della storia delle
ricerche sulla psiche applicata alla
scienza partendo dagli antichi greci, passando per Galileo e terminando con i
più recenti mostri sacri della psicoanalisi come Freud e Jung.
Prima
di proseguire nella sua relazione, il prof. Villamira ci ha sottoposti ad un divertente test sulla capacità di
osservazione. Veniva proiettato un filmato (senza sonoro, naturalmente!) dove si
notava un gruppo di giovani che si scambiavano delle palle. I presenti erano
invitati a contare quanti passaggi venivano effettuati tra i ragazzi nei 25” di
proiezione. Al termine ognuno di noi dichiarava i conteggi più disparati e
discordanti. Quasi nessuno si era accorto che nella scena, in mezzo ai
giocatori, era transitato uno scimmione che, dopo tanto di autobattitura di
petto, si era tranquillamente allontanato. Questo test voleva dimostrare gli
scherzi della mente e l’inaffidabilità delle testimonianze visive.
Tornando
alla conferenza, il prof. Villamira ha sostenuto la tesi che l’evoluzione di questa
branca della medicina è sfociata in una “misurazione” tecnica non invasiva, ma
solo ricettiva, delle interazioni visibili attraverso curve di raggi emessi tra
mente e corpo, a seconda di quanto siamo stressati o rilassati e come sfruttare
questa consapevolezza nel migliorare le
nostre prestazioni di ogni genere nella vita. Tutto questo può tradursi in un
progetto per l’applicazione pratica orientata allo sviluppo della creatività e
dell’innovazione nella mente delle persone. Come? Il professore ce lo spiega
così:
“Scopo del Progetto è
approfondire lo studio teorico e sperimentale della creatività umana e dei
passaggi dalla creatività all’innovazione nell’area della cultura, dello sport,
dell’arte e dell’impresa”. Per massima chiarezza ritengo importante riportare
la definizione di Creatività cui si fa riferimento nel presente Progetto:
“Creativity is the
interaction among aptitude, process and environment, by which an individual or
group produces a perceptible product that is both novel and useful as defined
within a social context”(Plucker et al., Cambridge handbook of Creativity, N Y,
USA 2010)
Dalla definizione
sopra riportata si evince il rilievo dato alla ricaduta operativa della
creatività: l’innovazione, intesa come la capacità di introdurre nuove
procedure e nuovi prodotti, vantaggiosi per il contesto socioeconomico di
appartenenza”.
Dopo conferenza –
comunque applaudita nonostante le difficoltà uditive - protrattasi sino a tarda
ora, non si è dato luogo al dibattito e il f.f. Presidente Nardi, ringraziando,
ha consegnato al relatore il consueto omaggio di una copia del libro sulla
“Sedia di Chiavari” (senza scatti fotografici e con non dichiarata promessa di
consegnare un nostro gagliardetto alla prima occasione!).
Roberto Napolitano