Conviviale del 20 gennaio 2012
Yacht Club Chiavari
Nella cornice del Porto di Chiavari ed in particolare nella sede Yacht Club il nostro Club ha avuto come ospite il Professor Attilio Giacosa che oltre ad essere Direttore del Dipartimento di Gastroenterologia del Policlinico di Monza, è anche un profondo conoscitore del vino soprattutto da un punto di vista clinico.
Che il bere un buon
bicchiere di vino sia un piacere, tutti sono d’accordo. Per contro, pochi sanno
che bere vino con moderazione non solo non fa male, ma addirittura allunga la
vita e riduce il rischio di sviluppare varie malattie. Quindi bere vino in modo
corretto e consapevole rappresenta un vantaggio salutistico rispetto all’essere
astemi.
Appare doveroso sottolineare questi concetti
proprio adesso, epoca nella quale si assiste ad una criminalizzazione
indiscriminata di tutte le bevande alcoliche in virtù degli effetti nocivi
sulla salute e sulla guida automobilistica. A questo riguardo occorre
effettuare un duplice distinguo.
In primo luogo bisogna sottolineare che l’abuso
di alcolici, indistintamente dalla loro natura, è sempre nocivo, sia per i
danni dell’assunzione acuta (ebbrezza, torpore, incoerenza logica) sia per
quelli correlati all’eccesso cronico (etilismo, malattie del fegato e altri
organi). In seconda istanza è bene ricordare la differenza tra vino e altre
bevande alcoliche: tutti sappiamo infatti che le stragi del sabato sera non
sono certo dovute ad un buon bicchiere di vino consumato durante la cena! Il
messaggio nuovo è legato a molti studi scientifici e osservazioni
epidemiologiche sugli effetti benefici del consumo abituale e moderato di vino.
Il vino è stato studiato sia come bevanda che mediante analisi dettagliata dei
molti composti bioattivi ivi contenuti.
Fra i vari principi attivi identificati nel
vino, quello più noto è il resveratrolo. Questa sostanza è un antiossidante
presente soprattutto nel vino rosso, che avrebbe la capacità di migliorare
l’efficienza cellulare attraverso il potenziamento dell’attività mitocondriale,
la “centralina” energetica delle cellule. Alcune ricerche sugli animali
sembrano dimostrare che il resveratrolo favorisce la longevità, migliora il
controllo del diabete, ritarda la comparsa del morbo di Alzheimer e produce un
effetto protettivo su cuore e circolazione. A Newcastle, in Inghilterra, è in
corso uno studio sperimentale volto proprio a verificare l’effetto del
resveratrolo in pillola su pazienti affetti da gravi disturbi mitocondriali, ma
altri studi sono all’orizzonte per valutare la possibilità di rallentamento
dell’invecchiamento umano.
Sul tema dell’invecchiamento, grande scalpore
fece la pubblicazione di un importante studio realizzato nel 1995 a Copenhagen.
Questa ricerca, conosciuta come “studio danese”, è stata effettuata su più di
6000 maschi e 7000 femmine in età adulta ed ha dimostrato che il rischio di
morire si abbassa fra chi consumava vino con moderazione, rispetto agli astemi
e ai forti bevitori. Ma ciò che è altrettanto importante è che questo vantaggio
non si verifica fra chi consumava birra o superalcolici.
La ricchezza del vino in polifenoli, dotati di
spiccata azione antiossidante (ovvero della capacità di bloccare i radicali
liberi nocivi che si formano nell’organismo), costituisce una importante
barriera di difesa nei confronti dei danni cardiovascolari. Gli effetti sono
rappresentati innanzitutto dalla riduzione della formazione di placche
arteriosclerotiche nelle arterie e di conseguenza minor rischio di malattia
delle coronarie e infarto cardiaco. Fra i vari polifenoli, sono le procianidine
i primattori presenti nel vino. Il loro effetto è talmente significativo che
questi composti sono oggi utilizzati dalla industria farmaceutica per la
preparazione di farmaci attivi nelle malattie vascolari, sia venose che
arteriose.
A questo risultato benefico partecipa anche
l’aumento della produzione di ossido nitrico osservata in chi beve abitualmente
vino. L’ossido nitrico riduce l’aggregazione delle piastrine, rendendo
difficile la formazione di trombi e l’“occlusione” delle arterie. Il vino poi
aumenta la formazione di colesterolo buono (Hdl) e riduce la presenza e la
attività del colesterolo Ldl (quello “cattivo”), con innegabili effetti
benefici in campo cardiovascolare. Un’altra area di grande interesse è
rappresentata dalle problematiche neurologiche. Il consumo corretto e abituale
di vino appare statisticamente correlato ad una riduzione del rischio di
sviluppare ictus, cioè infarto cerebrale, e Tia (episodi di ischemia cerebrale
transitoria, con perdita per tempo molto breve di alcune funzioni motorie o
della capacità di parlare correttamente). Altri interessanti dati in corso di
analisi sono quelli legati alla possibilità di ridurre il rischio di gravi
degenerazioni cerebrali (morbo di Alzheimer, demenza senile). Numerose ricerche
documentano che il regolare consumo di vino ha effetti favorevoli sia sulla
frequenza con cui il morbo di Alzheimer si manifesta, sia sull’età di
insorgenza, che viene ritardata di almeno tre anni (in un importante studio
condotto sull’argomento).
Il vino, quindi, non per curare le malattie, ma
per prevenire e ridurre il rischio di sviluppare molti gravi disturbi
cardiovascolari e neurologici. Per ottenere questi effetti, certo è che il
consumo abituale e corretto di vino è ampiamente da preferire al ricorso ad una
pillola contenente principi attivi derivati dal vino. Resta il problema della
giusta dose di vino, volta a garantire gli effetti ora menzionati. A questo
riguardo i ricercatori impegnati nel settore hanno identificato in due
bicchieri al giorno la quantità ottimale per la popolazione di sesso maschile.
Il vino, coniugato al femminile, prevede invece una dose leggermente inferiore
(un bicchiere), in virtù di differenze metaboliche ed epidemiologiche.
Il vino dunque non solo come bevanda ricca di
gusto e piacere, ma anche come fonte di salute e di potenzialità preventiva. Il
vino che non solo non fa male, ma addirittura fa bene. Bere vino, dunque,
anziché essere astemi, se si vuole proteggere la salute. Ed è proprio questo si
deve valorizzare e diffondere fra produttori e consumatori di vino. Infatti
soltanto l’informazione precisa e puntuale e l’educazione al consumo
consapevole di vino possono promuovere serenità e fiducia fra vignaioli e
produttori e soprattutto tranquillità e salute fra i consumatori.